Un anno fa, ho passeggiato lungo un prato dall'erba piuttosto folta, complicato affondarci sopra i piedi, ma grande soddisfazione sulla suola delle scarpe...
Ero pronto per affrontare quel terreno anche a piedi nudi, mi sentivo libero e sicuro, con le fragilità del passato abbastanza dietro le spalle...ho levato le scarpe e le ho lasciate su un masso alla mia sinistra.
Lungo i miei passi, per caso, vuoi il volere del sole che ha rischiarato di più una zona del prato piuttosto che un'altra, ho intravisto un fiore bellissimo...un fiore dall'aspetto meraviglioso, colori chiari e forse sfuggevoli in mezzo a tutti gli altri...mi son avvicinato molto lentamente, perchè non volevo smuovere troppa aria e non volevo rischiare di calpestarlo. Mi son chinato e l'ho guardato molto a lungo, ho atteso che il vento si placasse prima di coglierlo per non rischiare che volassero via i petali e lo rovinassi. Ho atteso l'approvazione del fiore stesso e l'ho staccato dal terreno, cercando però anche di prendere le radici, inevitabilmente lasciandone una parte affondate e disperse nella terra, ma per fortuna buona parte salvata col fiore stesso. Lo stelo era molto sottile, con le foglie curvose e piacevolissime, l'ho stretto tra le mani forse con troppa forza e forse troppo prima del giusto tempo, tant'è che i petali si son indeboliti in pochi istanti e hanno iniziato a perdere quello splendido colore ed a marcire. Il vento, che di puntualità se ne intende davvero tanto, s'è alzato brusco e turbolento, portando via con se i petali delicatissimi e facendoli volare via.
Ora quel fiore s'è perso tra le mie mani che disperate hanno smesso di stringerlo per lasciarlo cadere a terra esanime...le sue tenere radici al contatto con il terreno, i suoi semi che sfioravano l'aria e l'umidità del terreno stesso.
Ora quel fiore s'è appassito, ma non è realmente morto, si è solo spento in attesa della nuova primavera, con i semi ancora tanto fertili e tanto forti all'interno, ricchi di quella personalità dai colori delicati ma dal profumo intenso da spezzare il fiato e ammaliarlo..i fiori non cambiano mai durante la loro vita, son di una specie e di quella rimarranno per sempre. Una volta strappati, hanno solo bisogno di riprendere a fidarsi del terreno, dell'umidità dell'aria che li accarezza, delle api che ci si posano sopra ed infine riaprono la loro corolla, con i petali che si dispongono simmetrici e perfetti.
Ci son sempre nuove primavere, basta solo saperle attendere.
lunedì 30 aprile 2012
martedì 24 aprile 2012
Spock’s Beard - Snow
Che ti frega se a volte vivi nei ricordi invece che nel presente?
A volte è piacevole godersi sane dosi di autococcole stordendosi con la musica di tempi passati, e questo disco mi ricorda il 2002 anno in cui è stato pubblicato, l'ultimo disco con Neal Morse alle tastiere ed alla voce, indiscusso leader del gruppo..
Connobbi gli Spock's Beard con il disco V, secondo me il loro migliore, ma a SNOW ci sono particolarmente affezionato..sarà che ai tempi ero un ragazzino 20enne che aveva appena tagliato i suoi lunghi capelli neri liscissimi come risposta ad una delusione amorosa..
Ricordo quanto ero fragile in quell'anno, un ragazzino verginello che aveva abbandonato prima il proprio piccolo paese, ed infine Sasssari, la città che mi ha visto crescere e cambiare durante le superiori...lasciando per due volte gli amici nei luoghi dove aveva anche lasciato il cuore..
2002, affrontavo il secondo semestre da matricola dell'università a Cagliari, ed ero già diventato un discreto ascoltatore di musica, avido e voglioso di infilare il Cd nello stereo, rabbrividendo e dedicandomi solamente alla musica. Ascolto puro, senza altro da fare, casse davanti alla faccia e quando non era possibile, a causa dello studio dei miei coinquilini, un bel paio di cuffie..
Ai tempi frequentavo assiduamente un forum su internet, Bourbon Street, dedicato a tematiche oscure ed esoteriche, religiose e musicali...parlerò di questo un'altra volta, volevo focalizzare il ricordo sull'evento che mi ha immesso di prepotenza nel mondo dell'amore fisico e mentale..sul quel sito connobbi la mia prima vera violenta fiamma, Barbara, Donna di 28 anni perfetta nave scuola dagli occhi chiari come il mare, capelli neri come la pece, esattamente la mia copia, a parte l'altezza ridotta e le forme giunoniche che mi hanno selvaggiamente allattato...occhi truccati, vesti metallare e darkettone...un sogno...la versione gnocca ed italica di Amy Lee cantante degli Evanescence...
La cosa incredibile fu che fu lei per prima ad innamorarsi di me e questo mi sorprese non poco soprattutto perchè avveniva tramite internet...come poteva un mezzo così freddo mostrare emozioni così violente ed intense? com'era possibile che fossi io il prescelto di cotanta bellezza e mente fantastica? Che voce che aveva...quando cantava sussurri nel mio orecchio stuzzicava tutte le corde del mio pianoforte, come solo una cantante perfetta poteva fare..insomma...il mio primo amore...ricambiato, totalmente ricambiato, travolgente, privo di pietà, dolce e lussurioso allo stesso tempo...ogni volta che i nostri occhi ed i nostri si guardavano era uno scontro violento..
In tutto questo, il disco SNOW aveva un impatto notevole, perchè io ero Snow, l'albino guaritore di spirito e corpo protagonista del disco, Freak perchè dotato di un potere immenso, capace di estirpare le sofferenze dai cuori, dai corpi e dall'anima delle genti di New York, e Freak perchè era un fottuto albino, col viso assai spigoloso ma dolce, un'uomo cresciuto sopportando la sua natura ed accettandola nonostante il mondo gli remasse sempre contro tra sopprusi e cattive compagnie...
Lei invece era Carie, splendida americana della quale Snow si era follemente innamorato e purtroppo non ricambiato perchè agli occhi di lei lui era solo uno stupido Freak palla di neve, deriso dalla risata cristallina di lei e dai suoi splendidi occhi femminili e taglienti...
You're a Freak Boy
You're a Freak Boy
You're a Freak Boy
How could you think I'd love you
You're a Freak Boy
You're a Freak Boy
How could you think I'd love you
Io non volevo fare la fine di Snow, e lei lo sapeva molto bene..ai tempi ero molto diretto e sintetico nel parlare...mi si poteva capire molto bene..d'altronde ero fresco, con nessuna cicatrice sulla pelle a parte qualche piccola ferita...è facile farsi capire quando non ci sono le paure che costruiscono castelli di parole, muri invalicabili per chi si ha davanti...
Questa invece è l'anima di Snow, meravigliosa, limpida e fragile...
Inutile dire quanto sia finita male la storia...
Ma il disco merita davvero, il viaggio di un uomo diverso, un uomo complicato, il viaggio di un'anima fragile che ha conosciuto l'amore negli occhi delle persone, che è stato sopraffatto dalle difficoltà del mondo nonostante le sue immense qualità spirituali..un uomo che cade, un uomo che scivola nel torbido per poi rialzarsi grazie alla chiamata di Dio e poi morire miseramente come un figlio del signore, un apostolo tra tanti..
Questo è un doppio cd di Prog Rock, un disco moderno ed allo stesso tempo radicato nella tradizione del passato, tra Genesis (soprattutto loro visti i paragoni con il Disco the lamb lies down on broadway, simile nelle tematiche e nell'incedere), Yes e tanto tanto Spock's Beard, quindi grande personalità.
lunedì 16 aprile 2012
The Division Bell
E' tardi, ma mi lascio prendere dai ricordi.
Il ricordo della prima volta in cui ascoltai davvero bene i Pink Floyd.
Certo mio padre da piccolo mi suonava spessissimo shine on you crazy diamond all'organo e di tanto in tanto su vinile sentivo qualche nota indiretta...
Ma la prima prima volta in cui io direttamente mi son lasciato trasportare da musica davvero DIVERSA, è stato nella stanza di mio cugino Antonello..e mi ricordo ancora la chitarra di suo padre, una simil-stratocaster penso che fosse un'ibanez almeno del 70', che ai tempi mi sembrava davvero bellissima da guardare e da suonare...non avevo mai suonato seriamente una chitarra prima di allora...o meglio..avevo imparato a fare qualche accordo e mi ricordo l'effetto che mi fece attaccare quella chitarra all'ampli, credo che fosse si e no 30W viste le dimensioni non grandi...
E mi ricordo come mio cugino maggiore, e gli altri piccoli accanto a me, si stupirono a sentire il mio primo palm muted distorto e cattivo, senza che io avessi mai ascoltato una nota di metal in vita mia.
Eh si, mi ricordo che ero parecchio compiaciuto del risultato e degli sguardi sorpresi attorno a me, mingherlino occhialuto, gracile e fragile, capace di un suono così aggressivo..
Era appena uscito THE DIVISION BELL, l'ultimo album in studio dei Pink Floyd, e mi ricordo che effetto mi fece sentirlo dallo stereo con lettore CD di mio cugino, un gioiello della tecnica quello stereo...a casa ancora avevo le musicassette ed i vinili, pensa te..
E che effetto mi fece sentire tutti quei suoni ambiente (che poi a posteriori, nemmeno tanti, visto che Atom Hearth mother è unico da questo punto di vista) e quei suoni di chitarra...liquidi. Assolutamente liquidi e non c'è aggettivo migliore per descriverli.
David Gilmour è incredibile. Io odio profondamente la Stratocaster e quanto sia riuscita a rendere, secondo me, monotono il suono di 30 anni di musica rock...Ma Gilmour è incredibile. Non è uno Steve Vai tecnico (e comunque emozionante) da far schifo. E' i fottuti pink floyd con la fottuta stratocaster.
Mai sentito tocco così variegato, ruvido, graffiante e poi morbido e poi liquidissimo e vaporoso in assoli dove il cambio di nota quasi non si distingue...
E che semplicità i pezzi, che arrangiamenti, che atmosfere gioiose e finemente malinconiche..Certo ANIMALS e THE DARK SIDE OF THE MOON sono un'altra epoca, ma non per questo migliore.
The division bell ha cambiato la mia vita, ma in maniera molto fine e delicata...facendomi scoprire il rock nella sua intima segretezza: La semplicità vera e le emozioni sincere.
In effetti tutto ciò che suona sincero è assolutamente Rock. La crudezza (nel senso ampio del termine) è in fondo la proprietà del parlare sincero, che sia delicato o che sia ruvido, ma in ogni caso CRUDO, per niente manipolato o speziato o cucinato. Vero. Vero com'è vera la vita.
Questo è The division bell, questa copertina fantastica:
Il ricordo della prima volta in cui ascoltai davvero bene i Pink Floyd.
Certo mio padre da piccolo mi suonava spessissimo shine on you crazy diamond all'organo e di tanto in tanto su vinile sentivo qualche nota indiretta...
Ma la prima prima volta in cui io direttamente mi son lasciato trasportare da musica davvero DIVERSA, è stato nella stanza di mio cugino Antonello..e mi ricordo ancora la chitarra di suo padre, una simil-stratocaster penso che fosse un'ibanez almeno del 70', che ai tempi mi sembrava davvero bellissima da guardare e da suonare...non avevo mai suonato seriamente una chitarra prima di allora...o meglio..avevo imparato a fare qualche accordo e mi ricordo l'effetto che mi fece attaccare quella chitarra all'ampli, credo che fosse si e no 30W viste le dimensioni non grandi...
E mi ricordo come mio cugino maggiore, e gli altri piccoli accanto a me, si stupirono a sentire il mio primo palm muted distorto e cattivo, senza che io avessi mai ascoltato una nota di metal in vita mia.
Eh si, mi ricordo che ero parecchio compiaciuto del risultato e degli sguardi sorpresi attorno a me, mingherlino occhialuto, gracile e fragile, capace di un suono così aggressivo..
Era appena uscito THE DIVISION BELL, l'ultimo album in studio dei Pink Floyd, e mi ricordo che effetto mi fece sentirlo dallo stereo con lettore CD di mio cugino, un gioiello della tecnica quello stereo...a casa ancora avevo le musicassette ed i vinili, pensa te..
E che effetto mi fece sentire tutti quei suoni ambiente (che poi a posteriori, nemmeno tanti, visto che Atom Hearth mother è unico da questo punto di vista) e quei suoni di chitarra...liquidi. Assolutamente liquidi e non c'è aggettivo migliore per descriverli.
David Gilmour è incredibile. Io odio profondamente la Stratocaster e quanto sia riuscita a rendere, secondo me, monotono il suono di 30 anni di musica rock...Ma Gilmour è incredibile. Non è uno Steve Vai tecnico (e comunque emozionante) da far schifo. E' i fottuti pink floyd con la fottuta stratocaster.
Mai sentito tocco così variegato, ruvido, graffiante e poi morbido e poi liquidissimo e vaporoso in assoli dove il cambio di nota quasi non si distingue...
E che semplicità i pezzi, che arrangiamenti, che atmosfere gioiose e finemente malinconiche..Certo ANIMALS e THE DARK SIDE OF THE MOON sono un'altra epoca, ma non per questo migliore.
The division bell ha cambiato la mia vita, ma in maniera molto fine e delicata...facendomi scoprire il rock nella sua intima segretezza: La semplicità vera e le emozioni sincere.
In effetti tutto ciò che suona sincero è assolutamente Rock. La crudezza (nel senso ampio del termine) è in fondo la proprietà del parlare sincero, che sia delicato o che sia ruvido, ma in ogni caso CRUDO, per niente manipolato o speziato o cucinato. Vero. Vero com'è vera la vita.
Questo è The division bell, questa copertina fantastica:
Nessuna Nuova, buona nuova.
Il titolo può essere sufficiente a descrivere questo periodo..
Mi son sfogato da morire a cazziare un mio amico, a cercare di mortificarlo e farlo sentire in colpa per le sue cazzate bambinesche.
Non so come sia possibile ma questo mi ha aperto il mondo, forse misto alla primavera ed alla mia voglia di libertà che nuovamente ha ripreso ad ammaliarmi ed a farmi vivere sereno.
Mi sento libero, libero d'essere lucido come voglio, libero di mostrare me stesso e di spiegarlo senza fretta.
Mi sento libero dai bisogni, dalle carezze di una donna, dai desideri più spinti, dalla voglia di intrecciare rapporti nuovi ed intensi.
Mi sento libero dal passato e dagli errori che non avevo mai fatto prima di un certo punto, prova che sentimentalmente ed emotivamente non si finisce mai di crescere..
E proprio da quest'ultimo punto di vista che ho confermato una cosa che ho sempre pensato e che in male ha caratterizzato tutta l'ultima metà del 2011.
La fretta. La fretta di creare qualcosa di unico che ha minato la possibilità di stabilizzare ciò che di ottimo si era creato. Ma questo post non vive nel passato, anzi si plasma nel presente:
Ho imparato che quando cerchi di conquistare una donna è meglio andare per la propria strada, invece di cercare di seguire quella di lei senza conoscerla a priori. Il rischio è sempre il solito, la voglia di voler seguire a ruota invece di camminarle accanto..Ma seguire a ruota è complicato, richiede una precisione unica per evitare di scontrarsi per il rallentamento di lei o al contrario non si riesce a percepire subito l'accelerazione che poi non si ha la forza di seguire...la cosa più importante nella corsa è la costanza. E' l'unica arma contro la stanchezza.
Correggere la rotta ogni volta che si teme d'aver intrapreso una strada sbagliata è assolutamente dannoso. Perchè quasi sempre dettato dalla paura di perdere la giusta via.
Se uno vive in maniera naturale, senza lasciarsi stuzzicare dalla paura, il cammino lo si compie assieme, in caso contrario si sbanda. E' la dura ma semplicissima legge della vita. Fluidi come l'acqua, lasciandola scorrere delicata ed a volta impetuosa.
domenica 1 aprile 2012
da "L'Erettangolo: è festa"
L'Erettangolo: è festa:
E' festa. Rincominciamo a ballare fino a sfinirci, ridendo in faccia al mondo, ridendo in faccia ai figli, agli infissi, ai mezzi tradimenti degli amici.
E' festa,
e sorrido
e cado ansimante
occhi alle stelle,
ed inspiro la notte
mentre il carrozzone
dei rimpianti
cigolando
e borbottando
scompare.
Ho dei segni
sulla pelle
che son risa
di dolore,
che son brividi
di freddo e gioia.
Come cazzo è
possibile
che risplendi
nella folla
fratello mio?
Io ti vedo
e ti trovo.
Hai negli occhi
una storia
con capitoli
scritti insieme.
E sei solo,
e sei solo
e sei solo.
e sorrido
e cado ansimante
occhi alle stelle,
ed inspiro la notte
mentre il carrozzone
dei rimpianti
cigolando
e borbottando
scompare.
Ho dei segni
sulla pelle
che son risa
di dolore,
che son brividi
di freddo e gioia.
Come cazzo è
possibile
che risplendi
nella folla
fratello mio?
Io ti vedo
e ti trovo.
Hai negli occhi
una storia
con capitoli
scritti insieme.
E sei solo,
e sei solo
e sei solo.
Festa fantastica, tutta la fatica è stata ampiamente ripagata.
Fatica appagante, fatica snervante, ma botti di fine serata dissonanti da storcere il naso per la puzza marcia di zolfo e per i suoni aritmici..
Uno ce l'ho, non sono di certo solo.
Magari a volte mi ci sento, ma solo perché mai come ora ci sentiamo così intensamente insoddisfatti ed annoiati.
La vita siamo noi, e le gioie della nostra vita abbiamo imparato a condividerle, a gustarle avidamente, ed a crearle. Perchè solo noi possiamo creare le nostre gioie.
La vita ci ha dimostrato che è totalmente inutile aspettare i passi degli altri. Riprendiamoci in mano la nostra vita, fratello.. tanto la gente attorno è individuo solo a metà (a voler essere buoni)...la gente è polvere, e scivola tra le dita soffiata da un alito leggero...e la polvere ritornerà alla polvere che l'ha generata..
Ma la nostra clessidra non va a polvere...la nostra clessidra va a sangue vivo. Il nostro. Condiviso.