martedì 25 novembre 2014

Spiral Out



Anni ed anni ed anni di chiusura, e pochi istanti per scoprirne le cause.
Il perché della testa così pesante, il perché dei pensieri che affollano la mente di continuo, intasano il corpo, fanno irrigidire la mia schiena facendomi diventare gobbo, mi fanno smettere di sorridere, mi fanno camuffare la voce, facendola passare da ampia e profonda a pungente e fastidiosa. 
Non poteva che essere la più semplice spiegazione possibile!

Mi giudico troppo, in continuazione, creando un loop di pensieri che portano a giudicarmi, con giudizi che portano a pensieri, fino ad infilarsi in una spirale che si trasforma in un singolo fottuto nero, il centro del massimo degrado e compressione della persona in un punto, in un'entità priva di massa e spirito. Talmente compresso tra pensieri tanto pesanti che non ti lasciano via di fuga, che non ti permettono nemmeno di capire cos'è, non ti permettono di vedere la natura vera ed autentica della relazione con te stesso ed il mondo circostante.


E' bastato prendere coscienza e realizzare che è semplice e puro giudizio nei miei confronti. Che avevo solo gli occhi chiusi.

Nuovo nodo sciolto, questo davvero pazzesco! Questa pratica rende davvero inevitabile la felicità, proprio per il fatto che ti spinge a rideterminare ogni giorno l'obiettivo della felicità, perché non ti permette di scappare, perché ti spalanca gli occhi ed ogni altro senso per dire si ad ogni singolo istante di vita, con l'ammonimento continuo che basta poco per richiuderli, per rientrare dentro un guscio. Ma ora che la causa è individuata, l'effetto è ben trasformato! :)

mercoledì 12 novembre 2014

Interstellar

...ma dobbiamo davvero preoccuparci tanto di quanto sia complicato l’amore, di come sia difficile trovare lavoro, di come è noioso rasare l’erba del prato, quando possiamo davvero realizzare tutto ciò che vogliamo? Quando ci sono domande di ordine infinitamente superiore?

Quanto tempo perdiamo a rincorrere gli interrogativi sbagliati? A puntare non sui cavalli sbagliati ma sul gioco sbagliato? Quanto tempo perdiamo durante la vita prima di dire SI ad un semplice ed unico istante di vita?

Immagina poi di sommare tanti continui e coraggiosi SI agli istanti di vita, immagina di trasformare la fotografia dei SI ai singoli istanti di vita in un flusso continuo, immagina di vivere libero, di credere infinitamente che sia possibile. Cosa? Tutto.

Tutto diventa ovvio e contemporaneamente emozionante. Quanto siamo stupidi ed infinitamente ignoranti quando pensiamo che l’ovvio ed il compreso sia meno emozionante. Quanto siamo arroganti nel pensare che le emozioni si possano perdere in funzione della comprensione delle cose.


Quanti deliri questo film. Quanti spunti sui quali passare le notti insonni con ragionamenti tesserattici!