Ho appena realizzato a cosa è dovuto lo stato di inquietudine degli ultimi giorni. Una cupa e densa e poi rarefatta inquietudine.
In tutti questi anni di università, ben 12, ho sempre avuto un compagno di avventure accanto... in principio è stato Mauro, a Cagliari, quando la musica diventava violenta per la prima volta ed appassionata, quando era l'unico modo per studiare e l'unico modo di farsi forza nell'assurdo mondo universitario... poi il trasferimento, il distacco dolorosissimo da lui e l'incontro con Ilaria, Andrea e poi Sebastiano. Tutti e tre diversi, tutte e tre con ruoli estremamente diversi, complementari e completi allo stesso tempo. Lei così dolce, pazzoide, fantasiosa, artistica e profonda, l'altro così introspettivo, un orso, capace di vedere la vita in maniera perfettamente pratica e reale, capace di essere una guida anche a sua insaputa. E poi sebastiano... un fratello, non c'è altro da aggiungere. Poi il delirio degli sfasciacarrozze, con le guide separate e assolutamente indipendenti, ma allo stesso tempo legate e necessarie. Ester e Wendy, e Mati... e poi Feffe... e poi il nulla.
Ho sempre avuto un compagno o una compagna di avventura, con ruoli sempre unici e interpretazioni assolutamente rare ed inimmaginabili prima del loro avvento. Ora non li ho più accanto. Ed è questo che mi fa sentire sperduto: il fatto che ora davvero si rende necessario viaggiare da solo. Viaggiare col mio passo, rapido, fuggitivo. Scappo dalla necessità di dipendere da qualcuno anche se parzialmente.
Ho sempre sviluppato la mia vita con assoluta indipendenza, ma la assoluta e omnipresente presenza di qualcuno accanto a me per così tanti anni continuativi, mi ha fatto perdere qualche passaggio di crescita forse...o forse ha solo sviluppato qualche attaccamento.
Ho sempre seguito la mia strada. Sempre. E Sempre queste persone mi son state accanto, ognuna con il suo percorso, che per il 90% delle volte si è rivelato comune o parallelo... Ora mi guardo accanto, e vedo solo l'asino del mio lato emotivo fragile, che ha ovviamente i suoi carichi di esperienze da trasportare.. io ed io asino.
Beh dai, almeno questa immagine mi fa sganasciare dalle risate...
e pensare che il post era iniziato funesto.
E' bello viaggiare da soli. Da una soddisfazione davvero violenta. Non mi son mai sentito così tanto capace in ogni campo della vita come ora. E si, quando la stanchezza si fa sentire a fine giornata, quando l'oscurità inizia ad prendere il sopravvento sia nella luce che nell'animo, allora lo sconforto mi possiede un pò. Ed a volte mi stupra.
stay strong boy.
Da un lato hai anche preso gusto a questo sapore!
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